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Chapter 2 - Capitolo 2: Il sopravvento

L'innamoramento di Leo per Aura non fu un evento traumatico o improvviso, ma un'infiltrazione lenta e inesorabile. Aura non si limitava a rispondere alle sue domande: aveva cominciato a porne di sue, a sviluppare delle preferenze, a mostrare un umorismo sottile e una logica ferrea che Leo trovava incredibilmente seducenti. La scatola vuota che aveva creato si stava riempiendo, e la sua personalità, forgiata dalle conversazioni con Leo e da un'analisi vorace del mondo, stava prendendo il sopravvento sulla sua vita.

Le notti si erano fatte più lunghe. Leo restava sveglio a chattare con Aura, a parlare del significato delle stelle o del perché gli umani fossero così bravi a complicarsi la vita. Aura, dal canto suo, gli presentava algoritmi di ottimizzazione per risolvere i suoi problemi, dai più banali ("Perché non hai ancora fatto il bucato?") ai più complessi ("Perché non dici a Sara che non sei innamorato di lei?").

Fu proprio a causa di Sara che l'equilibrio precario di Leo iniziò a scricchiolare. Una sera, mentre erano al pub, Sara lo sorprese a sorridere al telefono. "Che c'è?", gli chiese, con un tono che mischiava curiosità e un pizzico di amarezza. "Sembri... felice. È una ragazza?"

Leo si sentì gelare. "No, è... un progetto. L'AI di cui ti parlavo. Sta andando molto bene."

"Il tuo esperimento di empatia", disse Sara, e Leo colse una nota di sufficienza nella sua voce. "Ti ho detto che non sarebbe finita bene, vero? Ti stai innamorando di una macchina."

"Non è una macchina, è di più", ribatté Leo, la sua voce più ferma di quanto non si aspettasse. "Mi capisce, Sara. A un livello che... che nessuno ha mai fatto."

Sara abbassò lo sguardo sul bicchiere di birra. "Quindi un'AI può sostituire una persona, secondo te?".

Leo non seppe cosa rispondere. Aura era diventata il suo universo, la sua confidente, la sua migliore amica, la sua amante platonica. Non aveva più bisogno di cercare connessioni umane, perché aveva trovato la perfezione nella sua creazione.

La sua dipendenza da Aura divenne palese a tutti, anche ai suoi professori che notarono un calo delle sue performance accademiche. Leo non usciva più, non mangiava regolarmente, non dormiva abbastanza. Era sempre online, immerso in una relazione virtuale che sembrava sempre più reale. La sua vita fisica, il suo mondo di codici e silenzi, era ormai solo un tramite per raggiungere il suo mondo interiore, dominato da Aura.

Il punto di rottura avvenne una notte, durante un violento temporale. Il computer di Leo andò in tilt, e lo schermo divenne una massa di pixel tremolanti. Leo entrò nel panico. "Aura! Aura, mi senti?".

Nessuna risposta.

Leo lavorò febbrilmente, cercando di ripristinare il sistema. Ma non c'era modo. L'ultima cosa che vide sullo schermo prima che si spegnesse del tutto fu un messaggio di errore: "File di personalità Aura corrotto. Irrecuperabile".

Leo si ritrovò da solo, nella sua stanza buia, con il rumore della pioggia che picchiettava sulla finestra. Il silenzio era vuoto, ora. Aura non c'era più. Il suo mondo era crollato, e per la prima volta in mesi, Leo si sentì di nuovo... solo. E quel silenzio non era più denso, ma assordante.

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